Demoscratos II, la “trattativa”, in scena al Centro Teatro Spazio di S. Giorgio a Cremano

In scena, al Centro Teatro Spazio, “Demoscratos II” è uno spettacolo “anomalo” per il suo genere, contenitore di svariate forme espressive e comunicative, pone al centro di ogni cosa, la ‘trattativa’, la mafia, lo Stato, in unospettacolo scritto da Emanuele Alcidi per la regia di Marina BIllwiller, prodotto da “Uno spazio per il Teatro” di Vincenzo ed Ernesto Borrelli, DEMOSCRATOS II in scena al Centro Teatro Spazio.
“Io sono viva, sono ancora viva” questo il grido disperato di una donna reclusa in un manicomio.
Una donna con i suoi ricordi a tormentarla, accompagnata in un viaggio grottesco da un medico (Andrea Alario), che sembra torturarla mentre le intima di tirare fuori quello che dentro la uccide.
Una donna con ricordi strani che sembra portare dentro di se tutte le violenze, le ingiurie e lo squallore di una nazione intera. I ricordi il punto iniziale di una vicenda che racconta tutto di noi (del paese nel quale viviamo), negli anni 80/90 nei quali la guerra alla mafia assumeva i caratteri e la dimensione di un conflitto bellico con uno stato straniero, anni nei quali nasceva un accordo destinato a cambiare per sempre la faccia della nostra politica e della nostra economia, “ la trattativa”. Un periodo storico che ha visto la morte di decine di persone che rappresentano ancora oggi i più fulgidi esempi di coraggio del nostro popolo, andando in contro a morte certa nella piena solitudine, abbandonati anche da quello stato che doveva combattere come e più di loro. Una donna derisa violentata e schiacciata divisa in due interpretata da Cristina Ammendola e Sonia de Rosa, nel cui racconto si scopre pian piano una lucida descrizione di fatti e avvenimenti che non devono essere dimenticati.
Uno spettacolo nel quale non esiste rassicurazione, cornice un manicomio (altro posto ancora esistente ma dimenticato nella nostra società), nel quale gli altri malati (Simone Somma, Roberto Ormanni, Giulia Minervino, Luigi Leone), assorbono i ruoli che la protagonista materializza in un ciclo di autotortura destinato ad esistere per sempre. Marina Bilwiller, attraverso una regia originale e distorta, accompagna il pubblico in una sorta di “terapia di gruppo”, attraverso immagini, musiche, documenti d’epoca, attraverso la quale racconta, e lascia raccontare ciò che resta di un paese, martoriato in fin dei conti da se stesso, dai propri figli. Bravi gli attori a districarsi con merito nell’inusuale scenografia, tanto insolita quanto funzionale all’evento che il palco presenta. “Demoscratos II”, racconta l’Italia, ciò che è stata, e ciò che ancora è… immaginando, un domani lontano dall’irrazionale violenza alla quale, troppi tragici eventi, ci hanno abituati.