Iaia Forte “gioca” con Tony Pagoda e Paolo Sorrentino, al Teatro Piccolo Bellini di Napoli

 

Lo scintillio, eccessivo in scena, è la giusta introduzione. L’ambientazione, eccentrica, o per meglio dire “d’epoca”, rimanda a qualche decennio fa. L’atmosfera, d’etichetta, marcata, cercata, è il contesto principe del protagonista, la sua casa, il suo mondo. Il mondo di Tony Pagoda. Capodanno 1980. Ascoli Piceno, da qui, Iaia Forte, insieme a Francesca Montanino, comincia il suo racconto del personaggio ideato da Paolo Sorrentino, per il suo romanzo “Hanno tutti ragione”. In scena al Teatro Piccolo Bellini di Napoli, fino al prossimo 12 Febbraio “Tony Pagoda – ritorno in Italia”, presenta, si diceva, uno spaccato di quel contesto storico, sociale, realisticamente immaginario, descritto con estrema fluidità narrativa dal regista, autore partenopeo. Iaia Forte, nei panni del fantomatico artista Pagoda, ne mette in risalto i tratti inaspettatamente al limite del filosofico. L’approccio alla vita, al lavoro, il modo di conquistare una donna. Una carrellata di immagini, più o meno decadenti , che disegnano, al meglio, la parabola discendente, di un uomo, deciso a rivoluzionare la propria vita, costretto dai tempi e dagli errori a considerare un nuovo punto di partenza. La surreale ed impeccabile intepretazione di Iaia Forte, accompagnata nei significativi confronti tra Pagoda e le “sue” donne dalla bravissima Francesca Montanino, riporta al momento decisivo della vita del protagonista. Una sorta di inaspettata ed obbligatoria redenzione, redenzione ipotetica, si intdende, dettata da ciò che è stato e soprattutto da ciò che potrebbe essere. Una carriera, realisticamente in fase calante, ed un matrimonio mai del tutto idealizzato. Ripartire, magari dal Sud America, con in più un bagaglio di esperienze, di riflessioni, di convinzioni da sfruttare e spendere. La regia, della stessa Forte, rimanda inoltre alle atmosferi, appunto decadenti del romanzo di Sorrentino, tra sprazzi di dignità mancata ed orgoglio costruito, in fin dei conti dal nulla. L’immagine di un uomo, i tratti della sua vita, del suo mestiere, che si dice tanto, per sentirsi alla fine, davvero poco. Che vanta gloriosi trascorsi, in attesa di un tranquillo e dignitoso, anche se assolutamente normale e spoglio, futuro.