Teatro Bellini, presentata la stagione teatrale 2018/19. Il teatro, in ogni suo volto, per una proposta coraggiosa e di qualità.

 

Al Teatro Bellini di Napoli, è tempo di presentazini. La nuova stagione è ormai alle porte, e chiede di essere raccontata, illustrata, accompagnata all’attenzione degli addetti ai lavori prima e del pubblico poi. La platea, svuota delle poltrone, si riempie di colori e di curiosità, per una stagione, che in scia con le altre, con le ultime in particolar modo, oscillerà tra proposte di altissima qualità artistica, sperimentazione teatrale, riadattamenti dal mondo del cinema, ormai tra i fiori all’occhiello delle produzioni targate “Bellini” e tanta, tanta passione. Si parte, il prossimo 19 Ottobre con il “Don Giovanni” di Mozart, secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio, per poi passare a “Fronte del porto”, nell’adattamento di Enrico Ianniello, di Alessadro Gassmann, con Daniele Russo. “1984” di George Orwell, riadattato da Matthew Lenton e Martina Folena, e poi “Cous Cous Klan” di Gabriele De Luca, “Viva Momix Forever”, “Elvira” diretto ed interpretato da Toni Servillo, “Cosi è.. se vi pare” di Pirandello diretto da Filippo Dini, “La Scortecata”di Giambattista Basile, e poi “La notte poco prima delle foreste” di Bernard – Marie Koltès con Pierfrancesco Favino, “Ragazzi di vita” di Paolini, fino a “Si nota all’imbrunire” di Lucia Calamaro con Silvio Orlando. E poi gli spetacoli al “Piccolo”, tra giovani proposte e raffinate riproposizioni, e poi la danza, e poi ancora il concetto di qualità, espresso in ogni forma artistica. E poi la danza, e poi le mille iniziative. Infine, una proposta, tutta da scoprire, testo dopo testo, scena dopo scena, sipario dopo sipario. “Ci auguriamo – spiega il Direttore Artistico Gabriele Russo – che le nostre proposte possano ancora una volta e sempre di più incuriosirvi, stimolarvi, appassionarvi; sicuri di aver lavorato con attenzione e scrupolo, consci della responsabilità che un teatro ha nei confronti del suo pubblico e dei più giovani chiamati con sempre maggiore insistenza e forza ad essere spettatori e consumatori passivi dei prodotti che gli si offrono. Il teatro – conclude – è ancora e sarà sempre un porto franco, un luogo in cui potersi esprimere, confrontarsi e vivere emozioni condivise, reali”.