Al Tram di Napoli le “Operette morali” di Leopardi illuminano ed interrogano

Tornare a teatro, tornare a guardare un palco, sperare che presto tutto in quel luogo prenda vita, oggi forse contava solo quello.

Il Teatro Tram di Napoli riapre si sipario, che sia metaforico o concreto, poco importa è vero. Il palco torna ad illuminarsi e gli occhi del pubblico a risplendere. Gli attori in scena, il profumo di qualsiasi cosa dia gusto e sapore all’aria, in quel luogo magico. Il Teatro Tram riapre i battenti e lo fa in grande stile, con le “Operette morali” di Giacomo Leopardi (in scena fino al 31 ottobre) in una rivisitazione concepita e diretta da Mirko Di Martino. In scena Antonio D’Avino e Nello Provenzano.

Lo spettacolo è intenso, vivo, quei testi sembrano scritti ieri tanto è la comunanza con pensieri e riflessioni di un’epoca ormai smarrita nel tempo. Concetti, sguardi, proiezioni dell’uomo all’interno di una società poco riconoscente, poco sana, poco realisticamente consapevole della propria identità del proprio essere del proprio significato. I tempi, gli accorgimenti stilistici e testuali di Di Martino avvicinano ancora di più lo spettatore verso un discorso che sembra sospeso nei secoli.

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Gli attori in scena, ispirati e mai domi, dentro e fuori quei personaggi che sembrano essere cuciti addosso. Dentro e fuori la logica del tempo che passa ma che in alcuni tratti resta uguale nel pensiero e nell’atteggiamento che fa dell’uomo un essere tremendamente imperfetto. Si divertono D’Avino e Provenzano quasi scanzonati nella loro immensa bravura in alcuni tratti. E’ evidente, concreto, il pubblico lo avverte, sente la cosa e si lascia trasportare.

Prometeo e poi il folletto con lo gnomo, Malambruno e Farfarello, l’islandese e la natura, Cristoforo Colombro ed il venditore d’almanacchi. Tutti li, immobili e sognanti, dinamici e concretamente dentro una pelle che oggi incanta ed interroga. Pensieri e visioni di ieri che incontrano l’oggi e trovano in esso pericolosamente eccessive assonanze. Ieri ed oggi, passato e presente in una trama che è tante storie, tanti momenti, tanti passaggi della mente, è il teatro in ogni sua meravigliosa trasposizione ed identità. Al Tram è di scena il ritorno alla vita, a quella vita che in troppi attendavamo da tempo. Il pubblico alla fine appare quasi smarrito, applausi, sorrisi e quell’entusiasmo sottile e concreto che non si avvertiva da tempo. Le luci si spengono e tutto è pronto per la prossima replica, il teatro è tornato, come prima, più di prima, via i battenti.