Van Gogh experience a Napoli: il vero protagonista è il visitatore

La cosa che distingue questa mostra dalle altre è la totale assenza di eccessive descrizioni o targhette informative. L’impatto, è assolutamente nuovo.

Sdraio e tappeti a disposizione dove accomodarsi per ammirare e farsi avvolgere dalle immagini delle opere proiettate sulle pareti della seicentesca Chiesa di San Potito, straordinario esempio del barocco napoletano.

Laura Minichini

Di dimensioni incredibili le opere proiettate ed insieme ad esse scorrono le più celebri frasi dell’autore, con una colonna sonora che aiuta l’itinerario immersivo. È sicuramente un nuovo modo di comprendere l’arte. Il momento senza alcun dubbio più coinvolgente è il 3D mapping. Seduti su uno sgabello ruotante e armati delle apposite lenti-schermo, comincia il viaggio virtuale che porta il visitatore nei luoghi di vita del pittore.

Grazie all’applicazione della tecnologia HTC VIVE, ci si ritrova immersi totalmente nel mondo dell’artista. Si passa dall’entrare con discrezione, nella famosa camera di van Gogh, allo scendere le scale della sua casa natia. Passeggiare lungo le antiche strade del villaggio di Groot Zundert, fino ad esplorare i paesaggi del Brabante olandese e poi tra i campi di Arles.

Si attraversano tutti i luoghi che hanno ispirato i suoi più famosi quadri: “Campo di grano con volo di corvi”, “La Meridiana (la Siesta)”, “I girasoli”, la “Terrazza del caffè la sera”, “Notte stellata sul Rodano”. Infine ci si ritrova circondati da un’infinità di punti luminosi: si entra virtualmente all’interno de “La notte stellata”. Le caratteristiche notevoli di questo momento sono, oltre alla ricostruzione in 3D, l’ampiezza dello scenario in cui è possibile muoversi a 360 gradi e l’attenzione alla cura dei dettagli.

L’impatto emotivo è considerevole essendo coinvolti quasi tutti i sensi, la vista, il tatto (sembra possibile toccare tutto con le mani) e l’udito attraverso una voce che accompagna lo spettatore a comprendere gli stati d’animo che hanno ispirato quei capolavori.
La mostra non delude, qualcosa è di certo migliorabile, ma Vincent Van Gogh c’è, questo è l’aspetto più rilevante. L’artista c’è e grazie all’impatto tecnologico lo si considera quasi messo a nudo, di fronte alla “sete” e alla forte curiosità, considerata la nuovissima esperienza, dei visitatori inebriati.

di Laura Minichini