“Inshalom o l’assurda partita”, di Maurizio Capuano, in scena allo ZTN di Napoli

 

L’incontro, che è scontro e confronto, in un luogo, simbolico e bizzarro, tra un palestinese ed un israeliano, “arbitrato” per modo di dire, da un soldato, delle nazioni unite, americano. Storia, politica, satira, e tanta assurda verità, raccontata attraverso un sottile gioco di posizioni. Vittime, carnefici, si mescolano a seconda degli spunti, dei temi, dei fatti, vissuti e riportati. Allo “ZTN” di Napoli, “Inshalom o l’assurda partita”, di Maurizio Capuano, sancisce, ribadisce, grida all’intera città, l’indubbia qualità che tra queste mura aleggia. Già, perchè, di testi sul conflitto eterno israele/palestina, ne è pieno il mondo, ma quanti di questi lasciano davvero campo alla riflessione pura e concreta? Quanti raccontano, con coraggio, debolezze, sterotipi insomma, quelle verità che in genere ci si tiene dentro, con assoluta e sfacciata tranquillità. Vittime e carnefici, carnefici e vittime, a difesa eterna della propria fede, che protegge ed interroga. Interroga, fino al punto di mettere in discussione il proprio Dio. Quel Dio, che in fin dei conti, ha generato lo scontro. Forte, no? In scena, Maurizio Capuano, Francesco Saverio Esposito, Fabrizio Bottoa, Fabiana Russo, Emiliana Bassolino ed Antonio De Rosa, sicuri ed in totale sintonia, caratterizzano al meglio un contesto, bizzarro, oscuro, surreale e perchè no, comico, in cui ci si combatte, ci si affronta, ma poi in fondo ci si scopre fratelli, ci si scopre deboli, ci si scopre uomini. Il testo, viaggia spedito verso un finale quanto mai annunciato, si snoda e riannoda condito , a tratti, di perfida ironia, intorno al paradosso, all’assurdo, all’insensato conflitto che da decenni, caratterizza l’esistenza di due popoli. Guerra di religione, di spazio vitale, di diritto a quella terra, teatro di sangue, e scacchiera d’oro per atroci ed incalcolabili interessi. La regia, dello stesso Capuano, attenta a non lasciare a caso nulla, ma proprio nulla dei riferimenti, citazioni, provocazioni, ironie e quant’altro, consegna al pubblico uno spettacolo assolutamente unico nel suo genere. Inutile ripeterlo, lo si faceva anche prima, allo “ZTN” si fa teatro, piaccia o meno, si concepisce arte, si produce qualcosa, che alla fine ognuno di noi ricorderà per sempre. Non credo sia poco.