Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli in “Servo per due”, al Teatro Diana di Napoli

 

Straordinario successo al “Teatro Diana” di Napoli per “Servo per due – One man, two guvnors” di Richard Bean, tratto da “Il servitore di due padroni” di Carlo Goldoni, tradotto ed adattato da Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen e Simonetta Solder, diretto da Pierfrabcesci Favino e Paolo Sassanelli. “Depresso, senza soldi e affamato,Pippo vaga per la Rimini degli anni ’30 in cerca di una soluzione ai suoi problemi. La trova in Rocco, ambiguo personaggio giunto in città per concludere un affare con Bartolo, padre della sua promessa sposa, la dolce e un poco svampita Clarice. Pippo diventa così il servitore di Rocco, ma la fame è sempre tanta e, appena ne ha l’occasione, di nascosto da Rocco, comincia a dispensare i suoi servigi anche ad un secondo padrone, Ludovico. I due ignorano l’esistenza l’uno dell’altro ma, in realtà, si conoscono molto bene e Pippo, servo ingordo e pasticcione, inizia presto a confondersi e a combinar guai. La vicenda si complica perché la dolce Clarice, in verità, ama ricambiata l’estroso Amerigo e anche al buon Pippo l’amore inizia a far girare la testa, incarnato dalla seducente Zaira. Missive scambiate, ricevute mangiate, bottiglie di vino consegnate per sbaglio: essere il servitore di due padroni è davvero difficile! Ci si mettono anche i camerieri Alfredo e Gennaro a combinarne delle belle e confondere il povero Pippo ancor di più. Quando il sogno d’amore di Clarice e Amerigo sembra definitivamente infranto, nonostante l’impegno dell’avvocato Altero e dell’amico Livio, e anche le vite di Rocco e Ludovico appaiono giunte all’inevitabile bivio, si svelano gli inganni e pure i malintesi. Riuscirà Pippo a soddisfare la sua fame e conquistare Zaira? L’amore si sa, vince su tutto, o almeno dovrebbe se l’innamorato riesce a smettere di combinare guai… o quasi”. Irresistibile nei panni di Pippo, Pierfrancesco Favino si cimenta nell’ennesima dimostrazione di quanto le sue doti artistiche non conoscano confini. Ironico e pungente , detta i tempi dello spettacolo, si esibisce in esilaranti momenti di interazione con il pubblico, a suo agio nei panni di un personaggio tanto complesso è il “capobanda” insieme al bravissimo Paolo Sassanelli, di un affiatato e coinvolgente gruppo di attori, alle prese con un testo, tradotto e riadattato, infarcito inoltre dai preziosi intermezzi musicali dell’orchestra “Musica da ripostiglio”. L’assoluta particolarità della messa in scena, tra momenti di recitazione, divertenti coreografie ed intervalli musicali è di certo il tratto più significativo per immaginare la complessità di realizzazione che il progetto stesso comportava. Favino e Sassanelli, protagonisti oltre che in scena, anche in fase di direzione, hanno saputo gestire al meglio i molteplici richiami artistici offerti dal testo, dando equilibrio, tempo e gusto ad ogni istante dello spettacolo. Interessanti inoltre, i continui punti di incontro tra il tempo della storia rappresentata, al presente, tra preziose ironie e surreali spunti. Da citare, infine, l’omaggio a Federico Fellini, attraverso un intenso passaggio del “Rex” di “Amarcord”, tra amori in riviera, personaggi carichi di colore e momenti di vita, o di resistenza ad essa.