11 luglio 1982: le notti del porto, in scena al Teatro Tram di Napoli

Scena: interno bar. Interno notte. Notti che si susseguono, spesso, uguali. Tra chiacchiere, confidenze, qualche risata e la voglia di farcela.

Indietro nel tempo, il luglio torrido dell’ 82, che vede la consacrazione dell’ Italia ai mondiali di calcio. Tre amiche, Gina, Tina, Lina, si incontrano e scontrano all’interno di un bar del porto di Napoli. Le accomuna lo stesso destino lavorativo, per scelta o per necessità, il marciapiede. Le “Batterfly” si scelgono e scambiano clienti, ognuna secondo i propri gusti e inclinazioni. Gestisce, in parte, i fili della loro vita Ulisse: amico, confidente, pappone che rifugge questo ruolo. Vuole bene alle sue donne, le accoglie e consiglia. Li accomuna la notte e la voglia di rivincita.

Napoli, 11 luglio 1982

Ulisse, Diego Sommaripa, dopo aver navigato in un passato torbido, cerca e vuole stabilità grazie al suo bar, lontano dai guai, lontano dal richiamo di chi continua a proporgli loschi affari.
Gina, Rossella Di Lucca, cerca in tutti i modi una sorta di scalata sociale, un solo ricco cliente che si prenda cura di lei. Una Pretty woman che sogna un ufficiale gentiluomo.
Fanno capolino i ricordi dolorosi, gli affetti che sono mancati in modo tragico, forse quelli che l’hanno resa così diva, scostante e timorosa dell’amore che le viene offerto.

Lina, Martina Sionne, è la prostituta sensibile, quella del “non fa niente, può succedere!” se qualcuna la ferisce. Gentile, comprensiva con le sue colleghe e soprattutto con i suoi clienti.
Lina che non dimentica la famiglia, anche se è stata dimenticata, abbandonata, da chi ha avuto un futuro piú roseo. Tina, Chiara Cianciola, quella esplosiva, piena di vita, sopra le righe.
Dedita al gioco, in cerca di un colpo di fortuna, cercato e desiderato nei numeri, nei sogni, o in un pericoloso e fatale gratta e vinci.

Tina, quella che si ribella alla violenza, che cerca di scuotere le idee delle sue compagne di marciapiede.
Silvio Fornacetti, regista e autore del testo insieme a Giovanni Meola, è Pasquale, losco tabaccaio. Un’ anima oscura che inquieta con la sua presenza. Pasquale è il passato che non si fa, e può, dimenticare. Lo spauracchio della criminalità che tiene il fiato sul collo a chi cerca di liberarsene e cambiare vita. Il porto (in)sicuro e pericoloso a cui approdare quando le cose prendono una brutta piega.

Mentre i grandi del calcio trionfano, gli ultimi, coloro che vivono la notte e la strada, cercano e sperano nel riscatto delle loro vite, ma con la speranza non sempre c’è un lieto fine.
Mentre la nazionale italiana trionfa, tra brindisi e abbracci, la durezza della vita torna a fare capolino.
Una storia di intrecci e di vite spezzate, un interessante scorcio sulla vita notturna e i luoghi loschi del porto di Napoli, che lascia, però, qualche interrogativo sulla trama e sulle vite degli interpreti. Dubbi che, forse, non permettono appieno di empatizzare con le loro storie di ombre nella notte, di ultimi in cerca della luce del sole.

Ilenia Borrelli