Il bambino con la bicicletta rossa, storia di morte e di stato, di Giovanni Meola al Teatro Tram di Napoli

Viareggio, ultimo giorno di Gennaio, del 1969, Ermanno Lavorini ha 12 anni, esce di casa per fare un giro, in quei luoghi della città che riempiono le sue ore si gioco, di svago. Non tornerà più a casa Ermanno. Prima una richiesta di riscatto, 15 milioni, poi il silenzio, un corpo ritrovato dopo mesi, ed una trama, che cresce e si infittisce con il passare dei giorni. Cronaca nera, pedofilia, depravazione, eversione, strategia della tensione, tutto e poi niente, niente e poi ancora tutto. Giovanni Meola, ritorna a quei giorni, a quella stagione, raccoglie pezzi di cronaca, di indagine, di storia.

“Il bambino con la bicicletta rossa”, in scena al Teatro Tram di Napoli, fino al prossimo 28 Aprile.

In scena, Antimo Casertano, entrando ed uscendo, nei panni di ogni singolo protagonista della vicenda, con instancabile e pregiata immedesimazione scenica. Il piccolo Ermanno, il playboy viareggino coinvolto nella vicenda, il becchino, il giovane dedito alla prostituzione in pineta. Tutte pedine di un gioco sottile e sofisticato, tutti accomunati dalla militanza monarchica e nera, tutti vicini e poi lontani, e poi ancora vicini. Il sindaco socialista, mostro e poi agnello, il giornalista, il carabiniere il magistrato, Casertano entra in ognuno di loro uscendone più convinto d’esser vicino ad una verità, anche se ipotetica, debole, destabilizzata. Meola con la sua regia, a tratti nervosa, dinamica, trasporta lo spettatore verso gli angoli più bui ed assurdi della vicenda, accompagna l’attenzione del pubblico prima da un lato poi dall’altro, affinchè sia chiara, evidente, netta, la macchinazione esterna, l’opera annusata, ipotizzata e di fatto, potrebbe dirsi, dimostrata. Attraverso il tempi del racconto, i colori, i gesti, le musiche, le infinite abilità di maschera di Antimo Casertano, sul cui volto, e corpo scorre l’intera vicenda, l’autore traccia sicuro il suo di racconto, ed il risultato, quando l’ultimo punto sembra prendere la giusta posizione, è un applauso forte, imponente, meritato senza alcun dubbio.