“Le voci di dentro” al Teatro Bellini di Napoli. Da Eduardo ai Servillo, tra visioni e decadenza

Accompagnata dall’enorme successo, di pubblico e critica, presegue la fortunata turnè dei fratelli Servillo con “Le voci di dentro” di Eduardo De Filippo. Ancora di scena a Napoli, dopo la fortunata esperienza al Teatro San Ferdinando della passata stagione, e le diretta televisiva, sempre dal “teatro di Eduardo”, in occasione delle celebrazioni per i trent’anni dalla morte del maestro, con la regia d’eccezione di Paolo Sorrentino. Ad accogliere la compagnia di Toni Servillo è questa volta il Teatro Bellini, con un programma che vedrà lo spettacolo in scena fino al prossimo 18 Gennaio. “Le voci di dentro”, composta nel 1948 ed inserita dall’autore nella raccolta “Cantata dei giorni dispari” racconta di Alberto Saporito, “apparatore feste” insieme a suo fratello Carlo, che un giorno, in tutta fretta, corre a denunciare i suoi vicini di casa, colpevoli di aver ammazzato un suo amico, forte del suo status di testimone oculare. Le forze dell’ordine compiono il proprio dovere, arrestando i presunti assassini, ma ad un tratto, scosso da alcune incongruenze, realizza di aver sognato tutto. Ma ormai è troppo tardi, gli eventi hanno preso il sopravvento, e presto Alberto si troverà di fronte ad una triste e cinica realtà dei fatti. Sul palco, diretti dallo stesso Toni Servillo, oltre al già citato Peppe Servillo, nella parte del fratello di Alberto Saporito, Chiara Baffi, Betti Pedrazzi, Marcello Romolo, Gigio Morra, Lucia Mandarini, Vincenzo Nemolato, Marianna Robustelli, Antonello Cossia, Daghi Rondanini, Rocco Giordano, Maria Angela Robustelli, Francesco Paglino . Servillo, attraverso un attenta ed essenziale regia, offre allo spettatore un’approccio diretto e fortemente emotivo, di uno spaccato di società del dopoguerra, focalizzando l’attenzione , anche attraverso la “sintetica” scenografia, sull’aspetto sociale e psicologico degli eventi. Da sottolineare, la straordinaria ed assolutamente impeccabile interpretazione di Peppe Servillo, nei panni dell’eccentrico Carlo Saporito. Toni Servillo, attraverso l’accurato sguardo di Eduardo De Filippo, si interroga ed interroga, con un testo, che come spesso accade con le opere dell’autore partenopeo, mantiene nel tempo, una continua e spietata percezione d’attualità. Lo sguardo di Eduardo, giunto intatto ai nostri giorni, per comprendere noi stessi, e ciò che ci circonda. L’ottimo Toni Servillo, a mantenere viva, la visione premonitrice, del grande Maestro.