Filippo Dini racconta Cechov ed il suo “Ivanov”, al Teatro Bellini di Napoli

 

 

 

Un affresco, nevrotico e quanto mai veritiero, di una Russia, di una delle sue anime, ormai smarrite nel tempo, ma quanto mai, attuali. Filippo Dini, racconta, attraverso il suo “, “Ivanov”, in scena al “Teatro Bellini” di Napoli, fino al prossimo 18 Dicembre, la decadente e furbesca società di fine ottocento, descritta da Anton Cechov, in quella che può dirsi la prima delle grandi opere dell’autore. Il protagonista, Nicolaj Ivanov, interpretato dallo stesso Dini, depresso e angosciato dai tormenti che caratterizzano ogni suo giorno. Sua moglie, la malattia, ciò che è stato del suo matrimonio, quanto reale, quanto opportuno. E poi l’amore, vero o presunto, per una giovane donna, di ricca famiglia, figlia di un suo caro amico.

Dubbi, incertette, che delineano le debolezze profonde del personaggio, consapevole del fallimento di ogni sua decisione, di ogni sua iniziativa, di ogni suo progetto. Attivi, fino allo stremo, gli uomini e le donne che compongono la dimensione di Ivanov. Avventurieri pronti a tutto pur di arricchirsi alle spalle del malcapitato di turno, avari prestatori di denaro, decise donne in affari, in cerca dei titoli giusti. La carrellata di personaggi descritti in questo intenso testo di Cechov, raccontano di un epoca in cui ogni cosa sembra stia per avverarsi. La speranza di un futuro prospero, e la ricerca del giusto affare che dia una svolta alle grigie esistenze degli ultimi. In mezzo, la debole e complessa psicologia dei Ivanov, vittima di se stesso, di qualcosa che ha rincorso per la vita, ma non ha mai trovato, espressione estrema, dell’uomo tormentato da se stesso. Filippo Dini arringa il pubblico,con una regia dinamica ed espressiva, approfondendo allo stremo le psicosi dei protagonisti, le loro ambizioni, le paure, i sogni. E poi l’epiloco, atteso o meno, chiusura dei giochi, fine di ogni discorso, la realtà, l’animo umano, crudo, barbaro, impaziente.