“Human Farm 2020” di Massimo Maraviglia, in scena al “Teatro Piccolo Bellini” di Napoli

 

Dal 12 al 17 aprile al “Teatro Piccolo Bellini” di Napoli “Murìcena Teatro” e “Fondazione Teatro di Napoli”, con il sostegno dell’Associazione “Teatro Colosimo”, presentano il debutto di “Human Farm 2020” di Massimo Maraviglia, diretto da Rosa Masciopinto, con Marianita Carfora, Antimo Casertano e Raffaele Parisi.

Lo spettacolo, che vuol parlare ad un pubblico quanto più vasto possibile, è liberamente ispirato alle opere di George Orwell è ambientato in un immediato futuro in cui la presenza dei social media è sempre più forte. “Murìcena Teatro” è la prima compagnia professionista ad essersi formata all’Accademia di Teatro del Bellini e, dopo un percorso autonomo, ritorna nel luogo in cui tutto ha avuto inizio. La direzione dello spettacolo è stata affidata a Rosa Masciopinto, già loro docente in accademia dove gli attori avevano iniziato un percorso di ricerca su nuovi stili e linguaggi teatrali. Il nome del gruppo “murìcena” deriva dal napoletano macerie del ‘600 per indicare la volontà di ricostruire un futuro diverso in cui la cultura diventi parte integrante del processo di formazione e crescita sociale.

Questo spettacolo – spiega Rosa Masciopinto – è la storia di tre persone che scelgono di rinchiudersi in una ‘fattoria umana’ dominata da un monitor in cui si agita il loro stesso mondo: uno schermo che può spegnersi solo se manca la corrente, uno specchio sociale dominato da un Grande Fratello che altro non è che la tecnologica composizione dei protagonisti.

Human Farm 2020 – continua – è la storia dell’ultima fase di una gara crudele, di un gioco di cosiddetta distrazione di massa che mette in palio la morte: quella buona, però, quella senza dolore.

Se veramente – a dirla con G. Debord, conclude la regista – lo spettacolo rappresenta la struttura della società dei consumi, se il mondo reale si confonde con le sue immagini, se non si prova più gioia né pudore nell’avere segreti e si continua a confondere il vero con il falso, forse è lecito supporre con Z. Bauman che i social network, grazie alla nostra attiva partecipazione, stiano diventando il luogo deputato di sorveglianza senza sorveglianti dei molti sui molti.