“Immacolata Concezione”, tracce di Sicilia e tanto buon teatro al Piccolo Bellini di Napoli

 

 

“Sicilia, 1940. Concetta, ragazza silenziosa e innocente, viene barattata dal padre, caduto in disgrazia con una capra gravida, ed affidata a Donna Anna, tenutaria del bordello del paese”.

Concetta non conosce i percorsi del sesso, è vergine, ne ignora qualsiasi pratica, il senso. Eppure Concetta, in pochissimo tempo, attira su di se le attenzioni di tutti gli uomini del paese, che con lei, misteriosamente, prendono ad essere realmente se stessi, a ridere a piangere, a svelarsi per ciò che realmente sono, e Concetta, con loro, ogni volta, fa quello che per lei è l’amore.

“Immacolata Concezione”, scritto e diretto e recitato da Joele Anastati, in scena in questi giorni al Teatro Piccolo Bellini di Napoli, è uno spettacolo che sa di poesia, immerso com’è nelle più profonde radici dell’animo umano, e di una terra, la Sicilia, magnifico contesto, sociale, culturale, ed anche morale. Federica Carrubba Toscano, Alessandro Lui, Enrico Sortino ed Ivano Picciallo, completano il cast in una dinamica ed assolutamente dirompente interpretazione, che emoziona e fa riflettere, interroga e incuriosice. La vicenda di Concetta, il suo essere innocente, la sua condizione, l’amore mai cercato e di colpo trovato, ed il mito di Colapesce, che vive in scena, in parallerlo alla storia, della ragazza. Colpisce inolte, la straordnaria abilità degli attori in scena,di passare da un personaggio all’altro con assoluta semplicità, da un genere all’altro, da un’atmosfera all’altra, con disarmante consapevolezza artistica, supportati da una regia assolutamente perfetta e capace di valorizzare al meglio ogni singolo instante della rappresentazione. “Immacolata Concezione”, ha i tratti della perfetta rappresentazione teatrale, testo impeccabile, attori assolutamte ispirati, regia intelligente e sicura, ed un’atmosfera, propria di una terra che incanta spiazza, per il fascino che trasmette, per lo spessore umano, nel bene e nel male dei personaggi che ne caratterizzano le vicende, e per la magia, che ispira e fa si che sia impossibile, non abbandonarsi ad essa.