“Ma”, da Pasolini, per Pasolini. Di Linda Dalisi, al Teatro Nuovo di Napoli

 

 

Un intenso, insopportabile grido. Silenzioso, lento. E’ l’inizio di un viaggio, ipotetico, o forse più che reale, tra le righe, le immagini, l’anima, di un uomo. Una madre, un figlio, e quanto pesa un ideale. Quanto può essere interminabile un ricordo, quanto assurdo, sopportare l’eredità di un pensiero. La morte, la ribellione, il pensiero, una madre, Pier Paolo Pasolini. Antonio Latella e Linda Dalisi, concepiscono un monologo, ispirandosi ad una parola, ad un inizio, all’inizio. Ma, come dire mamma, come dire altro, come dire ancora. Candida Neri, è la protagonista, autentica, sincera, di opera complessa nell’impostazione, ma essenzialmente naturale nel messaggio. In scena al Teatro Nuovo di Napoli, fino al prossimo 20 novembre, “Ma”, diretto dallo stesso Latella, è un omaggio, sincero, alla persona, all’opera, al testamento artistico, di un uomo, vittima e carnefice della sua essenza. Pasolini martire, Pasolino aguzzino, Pasolini colpevole, Pasolini figlio. Candida Neri, è madre, è una madre, è la madre, di chi ha detto no, di chi non ha mai avuto paura di confrontarsi con il mondo, di chi non ha mai temuto per se stesso, di chi ha vissuto, senza dare spiegazioni, senza giustificazioni, senza scuse. Antonio Latella e Linda Dalisi, tracciano una linea, dove scorre il dolore di una madre. Un sentiero, dove è vivo ciò che è stato. Una storia, dove madre e madonna, e cristo e figlio, son tutt’uno. L’immagine, l’allegoria, non è che un racconto, vero, spietato. Di un uomo, e di sua madre. Di una madre che non comprende tanto dolore, non ammette tanta sofferenza, non immagina tanta gloria. Madre è amore. Incondizionato, vero, pungente. Madre. Ma.