Madre Courage e i suoi figli da Brecht al Teatro Bellini nella visione di Paolo Coletta

 

Da Bertolt Brecht a Paolo Coletta, “Madre Courage e i suoi figli”, in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al prossimo 24 Novembre appassiona ed interroga nella traduzione di Roberto Menin, diretta e msicata dallo stesso Coletta. La guerra, il dramma, le ipocrisie e quella spirale di incontrollabile marciume che ne segna ogni istante, la guerra per una donna che di guerra vive, ed alla guerra espone i propri figli, per poi provare a proteggerli, ma la contraddizione è evidente, è viva, è folle, e Brecht la da in pasto al pensiero per renderla ancora più invadente, più concreta, in un dramma, che è riflessione, che è orrore, che è croaca non del tutto estranea a tante verità. Maria Paiato, nei panni di Courage, guida, gli attori, bravissimi, ispirati, nelle viscere della trama di Brecht, Mauro Marino, Giovanni Ludeno, Andrea Paolotti, Roberto Pappalardo, Anna Rita Vitolo, Tito Vittori, Mario Autore, Ludovica D’Auria e Francesco Del Gaudio, tra musiche, canti, e dialoghi agli ordini della regia originale ed espressiva, nella forma e nei contenuti di Paolo Coletta. Il carro di Courage, che è il simbolo della sua natura, di colei che “mangia” con la guerra, con l’orrore, con la sopraffazione violenta dell’uomo sull’uomo, il carro ed il suo seguito, lei scortata dai figli, accoliti dell’accondiscendenza verso la natura materna e vittime allo stesso tempo di essa. Vittime, carne da macello offerta da una madre, inconsapevolmente o meno, uomini contro uomini, morte, distuzione, un carro che raccoglie come fosse sciacallo, gli ultimi brandelli di umana sussistenza, e poi la fine, annunciata, meditata, immaginata. Brecht corre verso l’apocalisse, verso la follia dell’uomo, la scorge da lontano, quasi speranzoso che qualcosa possa portare altrove, ed invece il gioco ricomincia, più meschino, più atroce, più autentico che mai.