“Tre sull’altalena” di Luigi Lunari, in scena al “Teatro Piccolo Bellini” di Napoli

 

In scena al “Teatro Piccolo Bellini” dal 19 al 24 Aprile, “Tre sull’altalena” di Luigi Lunari, è un intenso e surreale spettacolo, con Massimo De Matteo, Sergio Di Paola ed Eduardo Tartaglia, diretto dagli stessi De Matteo e Di Paola con Peppe Miale. Tre uomini, un commendatore, un capitano dell’esercito ed un professore si trovano nello stesso luogo per tre ragioni diverse: il commendatore per un incontro galante, il capitano per trattare un acquisto di materiale bellico, il professore per ritirare le bozze di stampa di un suo libro. Ma cos’è esattamente quel luogo? Un discreto e comodo albergo, un luogo di affari, o una casa editrice? E’ possibile che tutti e tre abbiano avuto l’indirizzo sbagliato? Questa situazione strana accresce il mistero, anche perché un allarme per un’esercitazione anti-inquinamento impedisce loro di uscire. Durante la notte che sono costretti a passare insieme, i tre giungono a sospettare che la stanza potrebbe essere davvero un’anticamera per l’aldilà, e che probabilmente essi sono già morti, e in attesa del Giudizio. I tre reagiscono a questa prospettiva secondo le rispettive caratteristiche psicologiche: il commendatore è spaventato ed ansioso, il capitano non trova niente di misterioso nella situazione e resta assolutamente indifferente, il professore usa tutta sua logica filosofica per spiegare il fenomeno come un fatto naturale e logico.

Ne risulta un dialogo umoristico centrato sui temi importanti di vita e morte, destino, predestinazione e libero arbitrio, esistenza di Dio ed ateismo. Improvvisamente una donna delle pulizie entra nella stanza e dice cose talmente ambigue da far nascere nei tre malcapitati un nuovo grande enigma: è realmente una donna delle pulizie, o è l’Angelo del Giudizio? Sul finale quando la donna esce, senza svelare il mistero, un lungo suono della sirena indica che l’allarme per l’emergenza inquinamento è finito. I tre sono pronti ad andare, ma…

In un tono generale di scatenato divertimento, si succedono dialoghi serrati, paradossi, equivoci, sarcasmi caustici. In un contesto che parte dal vaudeville ma non esita a sconfinare nel teatro dell’assurdo, in una stupefazione metafisica che oscilla tra Kafka e Ionesco, si ritrova nella commedia di Lunari tutto lo humour del teatro europeo del XX secolo: una sorta di “commedia dell’arte” riscritta da Samuel Beckett, una sorta di trattato filosofico esistenzialista scritto da Fo. Un folgorante battibecco sull’assurdo della vita e della morte, sulla presenza-assenza di Dio, sul determinismo e sull’indeterminismo, il tutto con una disarmante leggerezza che vorremmo e speriamo possa essere la cifra del nostro spettacolo. Perchè mettiamo per assurdo che tutto ciò per una circostanza fantastica capitasse ad uno di noi, come ci comporteremmo? Saremmo davvero cosi lontani dai nostri eroi? Davvero riusciremmo a non sospettare che?