Kobane calling on stage, il dramma curdo tra fumetto e teatro firmato Zerocalcare

“Kobane Callng, on Stage”, nasce dall’esperienza sul confine turco-siriano del fumettista Zerocalcare, esperienza raccontata attraverso un reportage a fumetti intitolato per l’appunto “Kobane Calling”, pubblicato nel 2015 sull’Internazionale. Da li al sold out al Teatro Giglio di Lucca, nel corso dell’edizione di Lucca Comics e Games, il passò è breve. Il racconto convince, il tema è sentito, parte il tour, e a Napoli, fa tappa al Teatro Belllini.

Riadatto e diretto da Nicola Zavagli, con Con Massimiliano Aceti, Luigi Biava, Fabio Cavalieri, Francesco Giordano, Carlotta Mangione, Alessandro Marmorini, Davide Paciolla, Cristina Poccardi, Lorenzo Parrotto, Marcello Sbigoli e i giovani attori della compagnia Teatri d’Imbarco.

In scena, curato in ogni dettaglio, infarcito da pezzi di puro teatro, quasi di commedia dell’arte nell’immagine di alcuni personaggi di contorno alla storia, un reportage, attento, importante , fedele, su ciò che succede ad un popolo, quello curdo, sul sogno di una regione il Rojava, dove questo popolo aveva riposto i sogni , le speranze, ed anche alla fine l’illusione di un’esistenza pacifica e fondata su solidi principi di uguaglianza e libertà. Il Rojava, la Siria, la Turchia, gli Stati Uniti, nel racconto delle parti, degli interessi, dei diritti violati ancora e ancora, della guerra insensata, dello strumento “rojava” utile a muovere questo o quell’equilibrio. Zerocalcare, tra spunti al limite del grottesco e fasi di cruda realtà da vita ad un episodio, ad un’immagine dal quale è possibile tirar fuori tutte le motivazioni le riflessioni, le posizioni, di chi sta dalla parte del popoli curdo, di chi rinnega la guerra, di chi magari idealizzando, giustamente, sogna una realtà dove a governare ogni dinamica non siano soltanto gli interessi di bandiera, ma anche la sana convivenza tra popoli e la ricerca di una condizione di vita migliore, sotto ogni punto di vista, in certe zone del mondo. Spettacolo anomalo, inusuale, dall’identità quasi astratta e poco definibile, ma dalla potenza, la complessità e la qualità, dell’opera da ricordare, da citare, da far propria.